Ecco.
L’intera
storia di “Non stancarti di andare” ora sta racchiusa in questa Moleskine
gonfia di scritte fitte, ripensamenti, cancellazioni, scarabocchi, citazioni,
ritagli, foglietti incollati, adesivi, frasi evidenziate tra asterischi e
freccine.
Cinque
mesi.
Ci ho
messo cinque mesi, a raccogliere tutti i pezzi e cercare il modo d’incastrarli
tra loro.
Storie
che si chiamano, si intrecciano, si rincorrono. E io dietro. Ad ascoltarle,
seguirle, captarne gli umori.
Io in
mezzo a personaggi tanto testardi e determinati da avere quasi vita
indipendente dalla mia penna. Sfrontati!
Ne avevo
sentito parlare, da veri scrittori, e puntualmente m’ero detta:
E invece
eccomi lì: volevo metterci una scena buffa? E quelli litigavano! Volevo lo
scontro e quelli facevano la pace.
Mi è
toccato assecondarli, il più delle volte. Chissà se ho fatto bene.
Ora non
lo so come andrà a finire, cioè so dove mi hanno ostinatamente trascinato
Maite, Iris, Ismail, Ale, Tiz, Lucio, Saul e tutti gli altri… ma non ho idea di
quel che accadrà, dopo.
Ma siccome ormai mi sono affezionata, mi butto: meglio
sbagliare per eccesso, mi sono sempre detta.
Fortuna
che non sono sola: ho un bel bagaglio di gente che mi guarda le spalle. Gente
navigata, esperta di strade e deserti, gente da prendere per mano e lasciarsi
portare e basta. Avere fiducia.
Che razza
di storia è?, mi verrà chiesto, prima o poi.
Non so
dire. Non sono mai stata brava con le classificazioni, con le... etichette.
So che se
mi svegliavo nel cuore della notte e m’impigliavo in un pensiero, allora non
c’era più verso di prendere sonno, dovevo andargli dietro e tenermelo stretto
fino al mattino. Poi correre alla Moleskine e rovesciare tutto.
So che
questo è un libro pieno di dubbi, un libro che mette in dubbio ogni cosa, un
libro che gronda domande senza necessariamente dare conclusioni.
No,
niente conclusioni. Forse solo… inizi.
So che non c’è storia che io abbia
voglia – e bisogno – di raccontare più di questa.
Ogni
giorno che passa me la rende più pressante, più (dolorosamente) indispensabile.
Comunque.
Fin qui siamo arrivati. E ora si riparte.
Non vedo
l’ora che Ste cominci sul serio a disegnare.
E perché
possa farlo, sarà il caso che mi metta presto a sceneggiare queste tre
centinaia di tavole.
Che non
sai mai cosa può succedere, lungo il cammino.
Da qui all'uscita di "Non stancarti di andare", un aggiornamento al mese. Promesso.