giovedì 28 maggio 2015

Annuncio BAO! Venite?


Milano, via Vigevano 11 - sabato 6 GIUGNO 2015
BAO BOUTIQUE



Siete pronti a salpare?
Per il secondo evento della 
BAO Boutique estiva 
vi portiamo a bordo dell'Explorer 
per farvi veleggiare verso il mondo de 
Il Porto Proibito 
di Teresa Radice e Stefano Turconi!


Ci sarà una chiacchierata con gli autori, 

un libro che vi rapirà il cuore, 

tatuaggi temporanei a tema marinaresco 
e... una sorpresa !



Vi aspettiamo con Teresa e Stefano in via Vigevano 11 dalle 17!

Dress code: maglia a righe.



Pssst, ci saranno anche 

delle dediche bellissime!


E poi ci sarà... QUESTA:
















La Last Chance di Tere & Ste, 
terminata giusto martedì!
Non potete perdervela!!

Vi aspettiamo!!

qui, il link all'evento facebook:
https://it-it.facebook.com/events/375449632645488/?ref=98

Nell'attesa, se vi va, 
potete scoprire cosa pensa de 
Il Porto Proibito  
FINZIONI MAGAZINE, qui:


http://www.finzionimagazine.it/libri/le-cose-che-leggo/teresa-radice-e-stefano-turconi-il-porto-proibito/

venerdì 22 maggio 2015

Ho un libro in testa: "Il Porto Proibito"

Ci hanno chiesto di raccontare da dove viene "Il Porto", qual è stata la scintilla che lo ha innescato, il suo perché più profondo. 
Ste ha guardato la Tere e le ha detto: "Questa è roba tua".
Ecco il risultato:



Ci sono storie che vengono da lontano. È un’immagine a innescarle, un evento inaspettato, una lettura. Uno strappo, nel mio caso. Storie che da quell’attimo se ne stanno acquattate in un angolo tra la testa e il cuore (più vicino al cuore), in attesa del momento in cui verranno tirate fuori, modellate, chiamate con il giusto nome. A volte basta un niente, per partire; altre volte… servono anni. E la storia sta lì, embrione pulsante che a tratti pretende attenzione, a tratti s’acquieta. Finché magari capita qualcos’altro: un’altra immagine, un evento inaspettato (un altro strappo, nel mio caso) e la storia non ne può più di aspettare, e anche tu non ne puoi più di questa cosa che urge e ti senti un po’ il vecchio marinaio della ballata di Coleridge, quella che t’ha stregato al liceo, quando dice: “… in un’ora imprecisata, quell’agonia ritorna: e finché la mia spaventosa storia non è raccontata, questo cuore mi brucia dentro”.

Ormai non si tratta più di uno spunto, di una possibilità tra tante: è diventato un bisogno, un’insopprimibile necessità. E sai che non ti sentirai a posto fino a quando non avrai sputato fuori tutto. Nemmeno dopo, forse… ma il più grosso rischio è non rischiare.

“Il Porto Proibito” ci ha messo vent’anni a farsi strada. All’inizio era un approdo irraggiungibile avvolto nella nebbia, era una nave con uno scarno equipaggio… e niente più. Erano due persone salpate troppo presto, un finale rimasto sospeso, vuoti da riempire.

Forse è per questo che scrivo: a pensarci bene, le storie che più mi stanno a cuore hanno sempre in sé la segreta esigenza di ricucire strappi, costruire ponti, tendere mani. Riempire vuoti, sì.

Ed ecco perché qui il protagonista è un ragazzino senza memoria: un foglio bianco, una rotta inedita da tracciare… e come appiglio solo un nome, Abel.


Siamo agli inizi dell’800, in Siam: per il presunto naufrago comincia un viaggio che non è solo quello per mare, a bordo della HMS Explorer che lo riporta in patria, in Inghilterra, ma anche e soprattutto all’interno di sé, in cerca della propria identità, di un passato che sia lievito per il futuro ancora tutto da scrivere. Abel raccoglie indizi, e intanto scardina silenziosamente le esistenze che si intrecciano alla sua. Perché, senza saperlo, è portatore di un enorme e innominabile segreto.



Ma per fortuna c’è Rebecca, magnetica tenutaria del “Pillar To Post” di Plymouth, a fargli da guida: Rebecca che adora le poesie e usa i versi per raccontare ad Abel quel che le parole comuni non sarebbero in grado di spiegargli.

Ed ecco che torna Coleridge a fare da filo conduttore all’avventura, e con lui Wordsworth, e Blake, e non da soli: perché Rebecca ama i Romantici inglesi e, dietro di lei, io. In un evolversi di rimandi e “coincidenze”, salta fuori che i libri sanno di noi più di quanto siamo disposti ad ammettere, le loro pagine uno specchio che restituisce la nostra immagine più vera.

E poi viene Nathan MacLeod, burbero scozzese a capo di una nave della Compagnia delle Indie dal nome che suona come un approdo insperato: Last Chance. È lui, suo malgrado, a raccogliere il testimone di un’intricata vicenda che lo travolge e lo sconquassa. Nathan, che ama Rebecca e darebbe per lei qualsiasi cosa… ma intanto non lo fa.



E' l’inizio dell’ennesimo viaggio, burrascoso e inquieto, perché non sempre è possibile seguire la rotta tracciata, e a volte non resta che trovare la fiducia per abbandonarsi alla corrente e lasciarsi portare… per intuire magari che la lontananza non ha nulla a che vedere con la distanza, o che la presenza può essere altrettanto forte nell’assenza.


Venire a patti con questo… è trovare un attracco, per quanto malmesso e scricchiolante. Non avrei potuto farcela senza armatori competenti e coraggiosi, compagni di navigazione fidati ed indomiti, un equipaggio volitivo e dotato della giusta dose di follia per accompagnarmi nell’impresa.

Stefano e io navighiamo fianco a fianco da oltre un decennio, lo sguardo puntato verso nuovi orizzonti, la voglia di andare. Questa avventura a quattro mani e quattro cuori ci ha assorbiti per più di due anni, ci ha portati due volte oltre Manica, tra Devon, Kent e Cornovaglia, in cerca di luoghi, facce, atmosfere, emozioni da riversare nel libro.
Tra le pagine del “Porto” sono nascosti i primi passi del nostro bimbo piccolo nientemeno che sul ponte della nave di Nelson, a Portsmouth, c’è la nostra bimba grande che canta sea shanties a tavola, in attesa del rancio, nel suo inglese stropicciato e fantasioso. Ci sono tomi polverosi scovati in cigolanti librerie, e quintali di carta e grafite, e fameliche letture, e cimeli di mare.

C’è un modellino di “Last Chance” al quale ormai mancano solo tre vele… che verranno attaccate con cura, al rallentatore, per non affrettare il varo.

Perché una nuova partenza è imminente: “Il Porto Proibito” si scioglie dal nostro abbraccio per andare ad esplorare il mondo, col suo eccitante e spaventoso bagaglio di incognite. Noi gli vogliamo bene, gli auguriamo un futuro luminoso. Non resta che abbandonarci fiduciosi alla corrente e lasciarci portare.

Come insegna Edgar Lee Masters, “… bisogna alzare le vele, e prendere i venti del destino, dovunque spingano la barca”.

GRAZIE fin d’ora ai lettori del “Porto” e… buona navigazione!


Fateci sapere com’è andato il viaggio!

(http://www.hounlibrointesta.it/2015/05/21/il-porto-proibito-uno-strappo-fa-nascere-storie/)

Qui, tanti altri scrittori raccontano l'origine delle loro opere:

http://www.hounlibrointesta.it/rubriche/vi-racconto-il-mio-libro/

Qui, invece, una nuova recensione molto attenta ai dettagli (e... ai nomi delle navi!):


http://www.dcleaguers.it/uncategorized/il-porto-proibito-la-recensione/

E qui, spassionati consigli a cuore aperto:


Che bello, vedervi scoprire piano piano le tante sfumature disseminate tra le pagine!
Che regalo, tutto il bene che state volendo al nostro "Porto"!

GRAZIE!!

martedì 19 maggio 2015

Un SalTo(15) nel "Porto"!

GRAZIE
ai tantissimi
che sono venuti a trovarci allo stand BAO
al Salone del Libro di Torino
lo scorso fine-settimana,
e hanno deciso di imbarcarsi
nell'avventura de IL PORTO PROIBITO!

Vi auguriamo buon viaggio, 
fateci sapere com'è andata!


Intanto, c'è chi è a bordo o è già approdato, e del libro dice così:


E ieri è apparsa questa toccante recensione, che ci ha davvero commossi:

GRAZIEEEE!!

mercoledì 13 maggio 2015

Ti "Porto" al Salone!



Domenica scorsa Bruno Luverà ha parlato de "Il Porto Proibito" a Billy - Il Vizio di Leggere, su Rai 1.



Ieri, invece, è uscita una UAO recensione (la prima, in effetti!) di Andrea Coccia, su Linkiesta.it, che fa così:


Speriamo che questo v'invogli a venirci a trovare al Salone del Libro di Torino, il prossimo fine-settimana!


Saremo allo Stand BAO (Padiglione 3, numero P68) 
sabato 16 e domenica 17 maggio, 
per firme, dediche, disegni e timbri de "La Casa Senza Nord"!
Vi aspettiamo!!



martedì 5 maggio 2015

Fotocronaca di Napoli Comicon 2015

Giorno 1

Sul Milano-Napoli ci aspetta Daniela (ufficio stampa BAO)
e la sintonia - senza esserci messe d'accordo, eh! - è subito evidente :-)

Ehi! I primi a parlare del Porto sono quelli... di NATIONAL GEOGRAPHIC!
Sommo onore!

In dedica!

Giorno 2

Consegnare il libro al proprio Maestro... è un'emozione indescrivibile!
La soldaTere con il Sommo Sergente Alessandro Sisti.

Ah, Rebecca! Quanti cuori infrangerai...!

E nel frattempo "Viola Giramondo" mica s'è fermata, eh...
Siamo alla seconda ristampa!

Ritratto di famiglia con ultimo nato :-)
Gli auguriamo un futuro luminoso!

Giorno 3

Splendida testimonial...

... che m'insegna che questa è una "duck face":
e noi, che veniamo dai paperi, non ne sapevamo nulla!

Poi, a mezzogiorno del Day 3...
finiamo le copie!

C'è tempo per un'oretta di laboratorio nell'Area Kids...

Giorno 4

Guardate che belli, i protagonisti di quest'avventura:

gli orfani
(Cosimo e Francesco BAO)

gli amatori
(Michele e Leonardo BAO)

gli ultimi
(che poi sono i PRIMI:
Michele - inossidabile - Zerocalcare
e Dani - meravigliosa - Odri BAO)


Last, but not least...
VOI LETTORI!

GRAZIE!!
Grazie a Stanislao che si è accaparrato la primissima copia con dedica, e a Fabiola che ha acciuffato al volo l'ultima; grazie a tutti gli altri in mezzo, uno ad uno; a Diana, che ci segue ovunque andiamo (ed è un regalo!); ad Armando che ci ha detto che gli abbiamo illuminato la giornata; a Zack che ha disegnato l'intera famiglia Bigturks in versione papera; grazie a Claudio e Rossella, che non sapevano niente di noi ma sono tornati il giorno dopo a raccontarci quanto il Porto li aveva emozionati (e così ci siamo emozionati pure noi!); grazie a chi ci ha omaggiati di questi biscottini qui, per il ritorno (e perdonaci se ci siamo dimenticati il tuo nome):

Insomma, grandioso Comicon.
Più divertente di una gita del liceo, più gratificante di una crema catalana,
più indimenticabile della prima cotta.

Grazie, BAO.

(p.s: intanto c'è anche c'è chi il Porto l'ha già letto, e ne parla così:


o così:
... evviva! Grazie!!)